C’è una strana storia che circola nel paese e che si tramanda da generazione a generazione, secondo la quale in una grotta profonda in mezzo a un colle viveva un terribile drago, e i sissanesi ogni mese sceglievano a sorte una tra le ragazze più graziose e gliela offrivano in pasto.
Così una volta quando dovettero sacrificare una fanciulla all’orribile mostro, il giorno prima il povero padre, per evitare che la sua famiglia s’affranga dal dolore, si allontanò da casa con il cuore a pezzi e vagabondò attorno al colle col forte desiderio di morire lui stesso invece di concedere la sua beniamina agli avidi artigli della maledetta bestia. E così, mentre errava disperato per il bosco covando i piani più audaci, gli tagliò la strada una ragazza dalla bellezza divina, incoronata con una ghirlanda d’oro, dal vestito bianco come la neve, colma di una dolcezza inesprimibile, lo consolò con parole amorevoli e gli svelò il modo come finalmente domare e uccidere la bestia spietata. Questa fanciulla fu la Madonna. Quella notte l’uomo, armato di coraggio, entrò nella grotta e grazie a incantesimi miracolosi legò il mostro, d’un tratto mite come un agnello, e lo portò nel paese. I bambini entusiasti lo cavalcarono, la folla commossa applaudì, e il padre compiaciuto, alla gioia e all’esultanza di tutti i presenti, gli trafisse il cuore ponendo così fine al terrore centenario. – Questa leggenda intrigante, sebbene misteriosa, è una storia molto comune dell’Europa medievale. Dal V secolo nella storia della devozione, cultura e sensibilità cristiana il drago è il simbolo del diavolo e del paganesimo. Monte Madonna è una località preistorica con continuità di vita nell’antichità, e forse la leggenda trasmette il conflitto con la comunità di allora che non accettava il cristianesimo. Nelle culture antiche il drago personificava la potenza della natura. L’elemento naturale dei draghi era il controllo dell’acqua. Siccome a Sissano l’acqua scarseggiava da secoli è possibile che la leggenda in realtà parli della mancanza dell’acqua potabile. Che questo fosse un problema persistente indica anche l’immolazione di 12 fanciulle che corrisponde a 12 mesi dell’anno. Un’ipotesi plausibile è anche la scoperta dei resti fossili di tirannosauro che i paesani non potevano spiegare dando a tutto il racconto un’interpretazione mistica. Monte Madonna è stato un intenso luogo di culto nel Medio Evo. Per ora, lo scritto più antico sulle processioni fino alla chiesa è custodito nella visita pastorale del vescovo Eleonoro Pagello del 1690, quando furono annotate le processioni degli abitanti di Dignano e Gallesano fino a Monte Madonna. Tradizionalmente, qui era il posto dove dalla roccia sorgeva l’acqua dalle proprietà benefiche, che si trovava a un centinaio di metri più in basso dal capitello votivo verso il mare. All’inizio del XX secolo, precisamente nel 1902, la località passa di competenza all’esercito austroungarico.
Mag. hist. Andrej Bader
La funzione di Monte Madonna fu di proteggere il Golfo del Quarnaro, perciò viene chiamata anche la "Guardiana del Quarnaro". Il compito era di sorvegliare Pola, il principale porto militare, e controllare il Quarnaro. La quota più alta si trova a 88 m sul livello del mare, mentre la base militare si trova a 30 m sotto la superficie del monte. Con la dissoluzione dell’Austro-Ungheria, dopo il 1918, la struttura fu usata per ordine dall’esercito italiano, tedesco, jugoslavo e croato. Nelle mani dell’JNA /Armata nazionale jugoslava/ fu costruita una struttura sotterranea dove si trovava un dormitorio per 24 soldati, un riflettore che copriva metà del Golfo del Quarnaro, 4 batterie, il reparto di comando e controllo, l’ambulanza, un bunker di comando e un osservatorio a 20 metri d’altezza raggiungibile attraverso strette scale a chiocciola.


